C'è speranza

Ciao!

Ti scrivo per darti una buona notizia: tu puoi uscire vittorioso dal DOC!

Sono una ragazza incline all’ansia e ad un certo punto della mia vita i pensieri ansiosi hanno preso il sopravvento sulla mia mente fino ad avere pensieri ossessivi con relative compulsioni.

Questo cambiamento mi ha portato nelle tenebre, a combattere contro i miei demoni. La mia vita quotidiana non era più fatta di momenti normali e felici, non riuscivo più a sorridere con facilità.

Ricordo che quando un’ossessione andava via subito dopo ne veniva un’altra portandomi in un vortice senza uscita e di cui tremavo dalla paura. Ero profondamente angosciata perché i pensieri erano perennemente bui e, nella mia testa, tremendamente reali.

Come ti ho detto, sono una ragazza tendenzialmente ansiosa, quindi insicura e con diverse preoccupazioni, ma non ti ho detto ancora che prima della manifestazione eclatante del signor DOC, sono stata anche una ragazza che ha vissuto la sua vita pienamente, cioè senza perdere le buone opportunità che essa offriva realizzando anche diversi sogni nel cassetto.

Sì, sono una ragazza intraprendente e indipendente, e soprattutto con la valigia sempre in mano. Ho viaggiato tanto e ho pure vissuto all’estero. Mi sono ritrovata in grandi città, in grandi aeroporti e in grandi stazioni, certamente molto più grandi della città da cui provengo. Come puoi notare, viaggiavo con facilità e ciò non mi creava nessun problema. Niente mi fermava fino a quando il DOC “sembrava” avermi messo KO come un pugile caduto al tappeto ma non senza quei secondi per rialzarsi prima del gong.

Affrontare il DOC è stata davvero una prova dura, triste, scoraggiante e un percorso doloroso; i pensieri ossessivi mi avevano privato di tutto. Non riuscivo più a prendere il pullman, l’aereo o semplicemente la mia macchina. Non solo questo, il DOC mi aveva tolto l’opportunità di lavorare e, ancora peggio, stare serena a casa facendo le cose che prima facevo con disinvoltura, come cucinare, pulire o stare da sola. La mia ansia viaggiava a mille all'ora ed era la mia fedele, ma poco simpatica, alleata.

Poco fa ti ho detto “sembrava che il DOC mi avesse messo KO” perché sembravo come un pugile senza speranza di ripresa ma, ad un certo punto, che è avvenuto gradualmente, dopo innumerevoli sforzi e tentativi mi sono aggrappata alla realtà, quella vera, e al decimo secondo mi sono rialzata dando un bel pugno al DOC e vincendo così il mio round finale.

Se stai leggendo quello che scrivo probabilmente è soltanto perché casualmente lo hai visto, oppure scorrendo la Home del tuo FB hai deciso di leggerlo, o, forse, anche tu stai lottando per liberarti dai tuoi pensieri ossessivi, una sfida che anche io ho affrontato.

Mi rivolgo a tutti voi ma soprattutto a coloro che portano il peso quotidiano del DOC.

Credo veramente che tu possa farcela e ti incoraggio a non darti per vinto. Forse la strada è ancora lunga o forse no. Non c’è un tempo stabilito, dipende tanto da come veramente vuoi vivere la tua vita. Io volevo essere di nuovo felice e soprattutto libera di riprendere in mano la mia valigia e la mia persona. La bella notizia non è solo che puoi farcela, perché sicuramente in tanti te lo avranno detto, ma è anche che il DOC è un mezzo per far emergere il meglio da te e dalle persone che ti circondano. Perciò ti saranno necessarie caparbietà, determinazione e allenamento.

Forse ora ti starai chiedendo come ho fatto...

Ok, ti racconterò come ho avuto la mia vittoria, che ancora adesso sento che ha lasciato un segno indelebile alla mia esistenza, sia nel bene che nel male.

Ci sono state diverse cose che mi hanno aiutata. In primis, la mia voglia di farcela e l’amore per la mia vita, che, da sempre, considero preziosa; la mia famiglia, che si è sforzata di capire le mie problematiche e i miei pensieri per quanto potessero apparire assurdi; le persone a me care che non mi hanno fatta sentire inadeguata né mi hanno giudicata, ma mi sono state vicino venendomi incontro con la loro presenza e con parole di incoraggiamento.

Dopo qualche mese che i pensieri mi tormentavano, ho consultato una psicoterapeuta iniziando un percorso di crescita che mi ha dato gli strumenti adeguati per gestire i disturbi ossessivi. Il suo approccio molto pratico mi ha portato a cambiare. Attraverso la psicoterapia ho imparato a distinguere il pensiero della mia mente dalla realtà.

Come già saprai, il DOC ti porta a fondere i pensieri con il reale e abbiamo esperienza che il cervello umano può immaginare le astrazioni più incredibili, e per crederci basta guardare un film di fantascienza. Quindi, se un pensiero o un’immagine provenienti dalla fantasia più oscura della mente si mescolano con la realtà, credendo che sia essa la verità, non si è più in grado di distinguere cosa avviene e cosa no e questo porta a vivere nell’angoscia più profonda.

Questo è quello che mi è accaduto, ma un giorno alla volta ho imparato a discernere il pensiero dalla realtà, trovando la strada per gestire il DOC.

La psicoterapia mi ha quindi aiutato ad ancorarmi alla verità del reale e ad avere più fiducia in me stessa. Mi sono dovuta impegnare tanto e fare tutti i compiti che la psicoterapeuta mi chiedeva. Non intendevo farli, ma mi sono imposta di portarli a termine.

Ad un certo punto del percorso ho dovuto iniziare anche una terapia farmacologica, sotto consiglio della psicoterapeuta, perché dopo qualche mese, mentre pensavo di iniziare a fare i primi passi verso la risalita, ritenendo di essere pronta all'indipendenza, mi sono ritrovata in un fosso ancora più profondo di quello che stavo combattendo dall'inizio e la mia condizione era diventata più grave di prima. Stavo sempre peggio e l’ansia aveva toccato i suoi livelli più alti e ciò non mi permetteva di essere lucida per lavorare su me stessa. Stavo davvero male!

Ho accettato di prendere dei farmaci che mi potessero aiutare, ma non volevo che il periodo di assunzione fosse lungo e quindi la voglia di toglierli mi ha costretta a impegnarmi di più. Non volevo dipendere dai farmaci, volevo essere io a gestire i miei pensieri e le emozioni che ne derivavano. Volevo riprendere il controllo della mia mente e così della mia vita. Sapevo che davanti a me c’era un futuro fatto di cose belle e non volevo perdermele.

È stato un periodo difficile e non avrei mai immaginato che potesse capitarmi un malanno mentale così serio fino al punto di assumere pure delle medicine. Ma se a volte non cadiamo facendo un bel tonfo non possiamo rialzarci guardando le cose per quelle che sono e soprattutto fortificandoci.

Se mi chiedi qual è stata la cosa che nel percorso psicoterapeutico mi ha aiutato di più, ti devo parlare di un giorno particolare, quando chiamai la dottoressa al telefono, durante una mia crisi ossessiva, e lei mi domandò semplicemente: dove hai fatto questo pensiero?

In quel momento si aprì un’ampia finestra che mi portò a capire che dovevo attivare i miei sensi e guardare la realtà intorno a me attraverso di essi. Finalmente avevo compreso praticamente quella frase che spesso mi ripeteva e che sicuramente avrai sentito: “il qui ed ora”.

Inoltre, proprio in concomitanza a quanto lei mi diceva, una persona a me cara mi incoraggiava ad usare i miei sensi. Ciò mi incoraggiò a sperimentare la bellezza del “qui ed ora” attraverso i cinque sensi. Da quel momento in poi, quando mi veniva un pensiero ossessivo, osservavo il luogo dove lo stavo generando e capivo che era solo un pensiero. In questo modo il livello d'ansia si abbassava e potevo guardare la vera realtà. Ed è così che iniziò la mia scalata verso la fine della mia angoscia causata dal DOC.

Inoltre, sono riuscita a crearmi delle mie strategie come quella di guardare l’orologio ogni volta che mi distaccavo dalla realtà. Guardavo l’orario ogni volta che mi sentivo in pericolo di un’eventuale ossessione in arrivo; questo mi aiutava a concentrarmi sul momento reale e attenuare i miei livelli di agitazione.

I libri mi hanno anche aiutato a liberarmi dai pensieri ossessivi. Leggere mi sollevitava e cercavo di memorizzare alcune frasi che avevano avuto un impatto sulla mia mente. Una di queste è la seguente: “...tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri” (Bibbia).

Tuttavia, durante questa mia avventura, ci sono state persone che nella mia sofferenza mi hanno giudicata considerandomi una persona fragile. Ebbene sì, lo ero e lo sono tuttora, ma mi sono rialzata più forte di prima e più ricca personalmente, mettendo a tacere la pochezza dei loro giudizi. Anche queste persone hanno contribuito a superare il mio DOC e hanno favorito la mia crescita individuale.

Il perdono è stato un altro strumento che mi ha portato a liberarmi dalle emozioni negative. Ho perdonato tutte quelle persone che mi avevano ferito, anche coloro che durante la mia giovane età non mi avevano mai dato quello di cui avevo bisogno, e quelle persone che non si sarebbero mai sognate di scommettere un centesimo su di me, forse perché con la mia timidezza non facevo emergere la mia intelligenza e quel carattere determinato che mi ha guidato a spingermi oltre, facendo esperienze di vita che andavano al di là di quanto mi sarei immaginata.

Oggi in alcuni di loro posso scorgere un pochino di invidia per quella che sono diventata e per i traguardi che ho raggiunto e forse dovrei vedere questo strato di invidia come una vittoria, ma invece ne sono solo dispiaciuta. Il perdono mi ha reso libera!

Oggi celebro la mia vita e le mie vittorie anche se so che ci saranno ancora tante battaglie da combattere ma anche momenti per cui gioire. Il capitolo del DOC è chiuso ma non ti nascondo che i pensieri sono sempre dietro le mie orecchie, bussano sempre per entrare, soprattutto quando sono più vulnerabile o stanca, ma ho imparato ad affrontarli e non permetto loro di danneggiarmi, confondendosi con la realtà.

So che mi porterò il DOC per tutta la mia vita come una parte di me; non mi scoraggio per questo e lo accetto consapevole che ormai non ha più la forza di prendere il sopravvento.

Sono riuscita a riprendere la mia vita in mio possesso e quando la paura bussa alla porta del mio cuore rendendomi fragile cerco di fronteggiarla, non tirandomi indietro perché so che sono capace di avere il controllo su di essa.

Uno dei ricordi più belli di questo percorso è che mi trovavo in aeroporto, quando avevo ripreso da poco ad essere autonoma e mentre stavo per raggiungere il mio gate di imbarco, una ragazza iniziò a suonare una bellissima melodia al pianoforte; ciò mi portò a fermami, attivando con consapevolezza tutti i miei sensi e soprattutto quello dell’udito. Fu un momento significativo e pienamente goduto e che prima del DOC avrei dato per scontato perchè mi sarei precipitata al mio gate senza ascoltare.

Per questo ti dicevo che il DOC fa emergere anche il meglio di te e quindi anche situazioni belle come questa.

Voglio dirti un’ultima cosa: sopra tutto il resto, quello che ha contribuito maggiormente alla mia rinascita dal punto di vista del DOC è stata la mia fede in Dio. Durante i miei momenti di angoscia non smettevo di pregare. Chiedevo a Gesù di liberarmi, di aiutarmi e farmi essere libera come prima e più di prima.

Aggrapparmi a Lui e poi alla realtà visibile mi ha sostenuto tantissimo. Lui è vero ed è vivo e dice che aiuta tutti coloro che lo invocano. Mi sono fidata di Lui e attraverso le mie instancabili preghiere, Gesù mi ha liberata, dandomi la forza di impegnarmi e di farcela del tutto, tanto che la mia psichiatra non credeva al mio cambiamento, facendo fatica a sospendere i farmaci. Ma io sapevo che non mi servivano più.

Sono grata di questo mio trascorso. Grata alla mia famiglia e alla persone a me accanto per l’amore mostrato e per la loro costante presenza, alla mia psicoterapeuta che ha agito in modo professionale, accurato e saggio, grata a chi mi ha fatto del male e che è stata anche una delle cause che ha scatenato il mio DOC, grata a Dio per aver reso quello che per me era impossibile in possibile.

Ti lascio con una frase che mi ha dato coraggio: “Fai tutto quello che puoi fare in pace, affida il resto a Dio e osserva l’impossibile accadere in modo perfetto”.

Buon lavoro!

Una tua compagna di viaggio...e di lavoro!